sabato 25 ottobre 2014

Rock Stories: The Who


The Who sono uno storico gruppo musicale rock inglese originario di Londra, considerato uno dei maggiori gruppi Rock’n’Roll di tutti i tempi. 

Le prime apparizioni dal vivo degli Who risalgono al 1964, con quella che è considerata la storica lineup del gruppo:

Pete Townshend (chitarrista e autore della stragrande maggioranza delle canzoni),
Roger Daltrey (voce),
John Entwistle (basso elettrico)
Keith Moon (batteria).

Dopo un breve periodo da portabandiera del movimento Mod inglese, gli Who raggiungono il successo nel 1965, con l’uscita dell’album My Generation, il cui omonimo brano si dimostra essere un successo, nonché uno dei pezzi ancor oggi più conosciuti e rappresentativi della band.



A Quick One, pubblicato nel 1966, viene già considerato una sorta di album di svolta nella discografia degli Who, nel quale è possibile notare il progredire della ricerca musicale di Townshend in direzione della realizzazione di una opera rock a carattere teatrale, che si concretizzerà poi in Tommy (1969) e nel più maturo Quadrophenia (1973), nel cui film associato comparirà anche un giovanissimo Sting. Del 1978 è anche un documentario sulla storia del gruppo dal titolo The kids are alright (in Italia Uragano Who).

Sono stati tra i principali protagonisti della Swinging London, e la loro leggenda continua ancora oggi, nonostante la scomparsa di Keith Moon e di Entwistle.

L’influenza della musica degli Who, contemporanei di Beatles e Rolling Stones, è un’onda lunga che va dai Led Zeppelin ai Sex Pistols, dagli U2 agli Oasis.

Dopo la scomparsa di Keith Moon, morto nel 1978, e di John Entwistle, nel 2002, Townshend e Daltrey continuano orgogliosamente a proporre dal vivo i loro brani più classici, accompagnati da Pino Palladino al basso e Zak Starkey (figlio di Richard, meglio conosciuto come Ringo Starr) alla batteria.

Nel 2006, gli Who hanno pubblicato il loro primo lavoro di studio da It’s Hard del 1982, intitolato Endless Wire.


Nella formazione embrionale il gruppo si chiamava The Detours e suonava perlopiù pezzi rhythm and blues. Cambiarono il loro nome in The Who nel 1964, e con l’ingresso in formazione nello stesso anno di Keith Moon la formazione classica era al completo.

 Infatti per i seguenti 14 anni gli Who saranno: Roger Daltrey alla voce, Pete Townshend alla chitarra elettrica, John Entwistle al basso, e Keith Moon alla batteria.

Per un breve lasso di tempo durante il 1964, sotto il management di Peter Meaden, cambiarono il nome in The High Numbers.

In questo periodo pubblicarono un singolo che non riscosse alcun successo, Zoot Suit/I’m The Face. Visto il fallimento del singolo, il gruppo licenziò Meaden e riprese il nome The Who.

Il primo successo del gruppo fu il singolo I Can’t Explain del 1965, seguito subito dopo da Anyway, Anyhow, Anywhere. Ma il vero successo lo ebbero dopo la pubblicazione del primo album, My Generation, (nella versione statunitense intitolato (The Who Sings My Generation), avvenuta sempre nel 1965.

L’album includeva molti classici della musica mod, come The Kids are Alright e la title track My Generation, che conteneva la famosa strofa “Hope I die before I get old” (“spero di morire prima di diventare vecchio”).

Altri pezzi di successo del periodo furono il singolo del 1966 Substitute, I’m a Boy (sempre del 1966), Happy Jack (che trattava di un giovane con disturbi mentali) e Pictures of Lily del 1967, un tributo alla masturbazione. Altri pezzi di successo seguirono quelli appena citati, e tra questi vi sono I Can See For Miles e Magic Bus.

Benché avessero già sviluppato molto successo come gruppo sforna-singoli, gli Who, o per meglio dire Pete Townshend, aveva degli obiettivi più ambiziosi, e durante gli anni la loro musica diverrà sempre più complessa, ed i testi sempre più provocatori.

Townshend voleva inoltre trattare gli album degli Who come un lavoro unico, non come una serie di canzoni apparentemente non connesse tra di loro.

Il primo segno di questa tendenza lo si avvertirà nell’album A Quick One del 1966, che include il medley A Quick One While He’s Away, che successivamente verrà etichettato dallo stesso Townshend coem una mini opera. A Quick One sarà seguito da The Who Sell Out del 1967, un concept album che suona come una stazione radio pirata, inclusi gli stacchi pubblicitari umoristici.

Questo album include un’altra mini opera rock, chiamata Rael, ed anche il miglior singolo statunitense del gruppo, I Can See For Miles.

Gli Who erano noti al tempo anche per la loro abitudine di distruggere gli strumenti durante le esibizioni. 

Famosa fu quella del Monterey Pop Festival del 1967, cosa che si ripeterà anche nel programma Smothers Brothers Comedy Hour, con dei risultati letteralmente esplosivi, dato che la batteria di Keith Moon esplose realmente sul palco.

Il successo e le situazioni precedentemente descritte risulteranno nella prima intervista di Townshend al magazine inglese Rolling Stone. Townshend rivelò in questa intervista che il gruppo stava lavorando per la realizzazione di una opera rock completa.

Questa si concretizzerà nell’album Tommy del 1969, la prima opera rock di successo mai registrata prima (la prima in assoluto appartiene ai Pretty Things, intitolata S.F. Sorrow).

Durante questo periodo gli insegnamenti spirituali di Meher Baba iniziarono ad influenzare il songwriting di Townshend, ed infatti nell’album Tommy egli viene accreditato come “Avatar£. Oltre al successo commerciale, Tommy ebbe anche successo di critica.

Life Magazine dichiarava che “…per la chiara potenza, l’invenzione e la brillantezza della performance, Tommy surclassa qualsiasi cosa sia mai uscita da uno studio di registrazione”. Melody Maker dichiarava invece: “sicuramente The Who sono adesso il gruppo di riferimento secondo il quale giudicare tutti gli altri”.

Gli Who eseguiranno buona parte di Tommy al festival di Woodstock del 1969. Questa performance, ed il susseguente film, lanceranno gli Who come superstar anche negli Stati Uniti d’America.

Nel 1970 gli Who pubblicano Live at Leeds, che viene spesso indicato come “best live rock album” di sempre. Sempre nello stesso anno iniziarono a lavorare per la realizzazione di un nuovo album in studio, che non verrà però portato a termine.

Le motivazioni sono da ricondurre principalmente al fatto che Townshend dopo aver scritto il pezzo Pure and Easy, indicato come il perno intorno a cui avrebbe dovuto girare l’ambizioso concept album/progetto Lifehouse, distrasse se stesso e gli altri componenti del gruppo dal lavoro per il nuovo album da studio.

Lifehouse non fu mai completato nella forma in cui fu progettato (fu invece adattato per la trasmissione via radio, cosa che avvenne alla BBC nel 2000, e molto del materiale fu successivamente pubblicato da Townshend in un album composto da 6 CD e fruibile direttamente attraverso il sito ufficiale dello stesso Townshend).

Nel marzo del 1971 il gruppo iniziò le registrazioni del materiale disponibile di Lifehouse con Kit Lambert a New York, registrazioni che vennero successivamente continuate con Glyn Johns ad aprile.

Il materiale selezionato andrà a formare l’album Who’s Next, che diverrà l’album di maggior successo sia di critica che di pubblico, ma che di fatto farà terminare il progetto Lifehouse. Altre tracce del progetto Lifehouse si troveranno come singoli non compresi in album, e in altri album durante i seguenti anni, come in Odds and Sods, e anche nell’album solista di Townshend Who Came First.

Who’s Next diventerà uno dei primi album rock di successo a presentare l’utilizzo massiccio dei sintetizzatori.

L’album raggiunse la posizione 4 nelle classifiche pop statunitensi e la prima posizione in quelle inglesi. Il singolo Won’t Get Fooled Again diverrà il primo “hit single” di successo contenente il suono dei sintetizzatori.

Who’s Next fu seguito nel 1973 da Quadrophenia, disco che si avvicina più a un monologo che a un opera rock (troviamo infatti al suo interno solo poche parti cantate da altri elementi).

Il filo conduttore di Quadrophenia è la storia di un adolescente di nome Jimmy e della sua ricerca d’identità, dei suoi problemi mentali, inseriti nel contesto della lotta tra Mods e Rockers dei primi anni ‘60 in Inghilterra, in particolar modo delle lotte tra le due fazioni di Brighton.

Gli ultimi dischi del gruppo contenevano canzoni dai contenuti incentrati sulle vicende personali di Townshend, e questa caratteristica la ritroveremo anche negli album solisti del chitarrista, come in Empty Glass.

L’album del 1975 The Who by Numbers contiene molti pezzi introspettivi ed è infuenzato da questo stile di “songwriting”, compreso l’hit single Squeeze Box.

Nello stesso anno venne realizzata la versione cinematografica dell’album Tommy, diretta da Ken Russell, con protagonista Roger Daltrey, e che valse a Pete Townshend una nomination all’Academy Award come “Best Original Score”. Nel 1976 gli Who suonarono al Charlton Athletic Football Ground, concerto che fu inserito per oltre un decennio nel Guinness dei primati come “concerto dal volume più alto di sempre”.

Nel 1978 il gruppo pubblicò Who Are You, un passo avanti rispetto all’opera rock e con un sound più orientato alle radio, che conteneva comunque una canzone da una rock opera incompleta di John Entwistle.

La pubblicazione dell’album fu oscurata dalla morte del batterista Keith Moon, avvenuta nel sonno a causa di una overdose di farmaci, morte avvenuta poche ore dopo un party organizzato da Paul McCartney. Kenney Jones, ex Small Faces e The Faces, si unì al gruppo in sostituzione di Moon.

Nel 1979 gli Who ritornarono ad esibirsi con diversi concerti al Rainbow Theatre di Londra, al Cannes Film Festival in Francia, ed al Madison Square Garden di New York. Nell’autunno dello stesso anno il gruppo acconsentì ad effettuare un mini tour degli Stati Uniti.

Purtroppo questo tour fu macchiato da una tragedia avvenuta il 3 dicembre 1979 a Cincinnati, Ohio. Una tribuna del Riverfront Coliseum crollò prima dell’inizio del concerto, e questo causò la morte di undici persone del pubblico. Il gruppo venne avvertito della tragedia solo a concerto concluso, dato che le autorità preventivarono molti più problemi nel caso il concerto venisse cancellato.

I componenti del gruppo furono distrutti da quella notizia. Sempre nel 1979 venne realizzato un documentario chiamato The Kids Are Alright e una versione cinematografica di Quadrophenia, film che ebbe un grosso successo in Inghilterra.

Nel dicembre del 1979 gli Who diventarono il terzo gruppo, dopo i Beatles e The Band, ad essere ospitati sulla copertina di Time Magazine.

L’articolo scritto da Jay Cocks, trattava in maniera positiva i componenti del gruppo e la loro posizione nella musica rock.

Gli Who realizzeranno altri due album in studio con Jones come batterista, e precisamente Face Dances nel 1981 e It’s Hard nel 1982. La perdita di Keith Moon sarà un duro colpo per la parte ritmica del gruppo.

I due album registrati con Jones infatti imprimeranno una svolta decisa verso il pop.
Nonostante i due album ebbero buoni riscontri di vendita, e Rolling Stone attribuì cinque stelle a It’s Hard, molti fan non apprezzeranno il nuovo sound del gruppo.

Dopo la pubblicazione di It’s Hard il gruppo partirà per la tournée di addio, dopo che Townshend dichiarò il suo alcoolismo, si disintossicò e tornò sobrio, e disse che avrebbe voluto realizzare un ultimo tour con gli Who prima di diventare un gruppo solo da studio.

La richiesta di biglietti diventò allora frenetica. Fu il più grosso tour dell’anno, che farà registrare il tutto esaurito in numerosi stadi e arene del nord America.

Dopo il completamento del tour in nord America nel dicembre 1982, Townshend passò parte del 1983 nel tentativo di scrivere materiale per l’ennesimo album da studio del gruppo, previsto dal contratto firmato con la Warner Bros. nel 1980.

Verso la fine del 1983, tuttavia, Townshend dichiarò di non essere in grado di produrre il materiale per il nuovo album, e in una dichiarazione pubblica del dicembre 1983 annunciò la sua decisione di lasciare il gruppo.

Dopo aver di fatto lasciato il gruppo, Townshend si concentrò sul suo lavoro da solista, e pubblicò gli album White City: A Novel, The Iron Man (che ospita apparizioni di Daltrey ed Entwistle, nonché due canzoni accreditate agli Who) e Psychoderelict, precursore del lavoro per la radio Lifehouse, una sorta di opera rock sci-fi. Il 13 luglio 1985, i componenti degli Who incluso Kenney Jones si riformarono per esibirsi al Live Aid allo stadio di Wembley.

Il gruppo eseguì My Generation, Pinball Wizard, Love Reign O’er Me, e Won’t Get Fooled Again. Per un problema tecnico della BBC presentatosi all’inizio di My Generation, la maggior parte del pezzo non verrà ascoltato dai telespettatori.

Nel 1988 il gruppo fu insignito dalla British Phonographic Industry del Lifetime Achievement Award. Il gruppo suonò un breve set di pezzi durante la cerimonia di consegna del premio.

Questa sarà anche l’ultima esibizione di Kenney Jones con gli Who. Il loro reunion tour più noto fu quello del 1989, ed era incentrato principalmente su Tommy.

Durante questo tour il ruolo di batterista verrà ricoperto da Simon Phillips, collaboratore di vecchia data di Townshend.

Anche in questo caso la richiesta di biglietti fu notevole, e portò un’altra volta al tutto esaurito negli stadi del nord America, incluse quattro serate di seguito al Giants Stadium. In tutto vennero venduti 2 milioni di biglietti.

Nel 1990, il primo anno in cui potessero essere proposti, gli Who vennero nominati per l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame.

Gli Who vennero descritti come i primi candidati ad aspirare al titolo di “World’s Greatest Rock Band”. Solo i Beatles ed i Rolling Stones ricevettero la stessa presentazione alla Rock Hall.

Nel 1991 il gruppo registrò una cover del pezzo di Elton John Saturday Night’s Alright For Fighting per un album tributo. Questa fu anche l’ultima incisione in studio di John Entwistle con gli Who. Pete Townshend andò in tour nel 1993 per promuovere il suo album Psychoderelict, e Entwistle partecipò ad una serata suonando in molti pezzi insieme a Townshend. Nel 1994 si diffuse la notizia che gli Who avrebbero fatto un tour per il loro trentesimo anniversario dalla fondazione del gruppo.

Poi il tour non si fece, ma Roger Daltrey compì 50 anni e celebrò l’evento con due concerti alla Carnegie Hall.

Queste esibizioni inclusero come ospiti sia John Entwistle che Pete Townshend, anche se i tre non suonarono insieme. Daltrey andò in tour lo stesso anno con l’accompagnamento di un’orchestra e con Entwistle come ospite speciale.

La formazione per questo tour comprendeva anche John “Rabbit” Bundrick alle tastiere, Zak Starkey alla batteria e Simon Townshend alla chitarra in sostituzione del fratello Pete. Sebbene Pete Townshend diede il consenso a Daltrey di chiamare questo gruppo The Who, Daltrey non accettò. Il tour, chiamato Daltrey Sings Townshend, non ebbe comunque il successo sperato.

Nel 1996 fu chiesto a Townshend di riformare il gruppo per esibirsi ad un concerto ad Hyde Park. Egli contattò quindi Entwistle e Daltrey, che accettarono la proposta.

L’idea di Townshend consisteva nell’esecuzione di Quadrophenia in chiave acustica, con l’utilizzo di parti del film da proiettare sugli schermi. Al gruppo si unì Zak Starkey alla batteria (benché fosse inizialmente riluttante all’idea), Bundrick alle tastiere e Simon Townshend alla seconda chitarra.

Venne inoltre incluso Jon Carin come tastierista aggiunto, una sezione fiati, diversi coristi, e molti ospiti furono invitati a partecipare alla performance (tra gli altri David Gilmour, Ade Edmonson, il giornalista Trevor McDonald e Gary Glitter (che colpì incidentalmente Daltrey ad un occhio con l’asta di un microfono proprio il giorno prima del concerto).

L’intera rappresentazione fu narrata da Phil Daniels che impersonò Jimmy, il mod protagonista della storia.

Nonostante qualche difficoltà tecnica, lo spettacolo ebbe un grosso successo, tanto da essere replicato per sei serate consecutive (che registrarono il tutto esaurito) al Madison Square Garden di New York. Queste esibizioni non verranno comunque eseguite sotto il nome The Who.

Il successo di queste esibizioni portò ad un tour negli Stati Uniti e in Europa.
Lo show venne riadattato per il tour ed includeva molti classici degli Who come bis.

Il tour venne eseguito sotto il nome dei componenti del gruppo, e a volte sotto il nome The Who, probabilmente per aiutare la vendita dei biglietti.

Dopo il successo del tour, gli Who si sciolsero per l’ennesima volta.

Townshend si dedicò ad esibizioni principalmente in acustico, Entwistle si dedicò ad esibirsi con il suo gruppo, The John Entwistle Band, e Daltrey andò in tour con The British Rock Symphony eseguendo brani degli Who ed altri pezzi classici del rock accompagnato da un’orchestra.

Verso la fine del 1999, gli Who si riunirono in formazione a cinque con Bundrick e Starkey, e si esibirono per diversi concerti di beneficenza in piccoli locali.

Molti dei pezzi eseguiti in questo periodo erano estratti da Who’s Next ed includevano anche pezzi non eseguiti da oltre 30 anni.

Il successo delle esibizioni del 1999 portarono allo svolgimento di un tour negli Stati Uniti nell’estate del 2000, e nel novembre dello stesso anno ad un tour in Inghilterra.

Il tour terminò con un concerto per beneficenza alla Royal Albert Hall in favore della fondazione per la ricerca sul cancro nei giovani. All’esibizione (che venne poi rrealizzata su CD e DVD) parteciparono anche altri artisti.

Grazie alle numerose recensioni positive ricevute, i tre componenti rimanenti degli Who discussero della possibilità di entrare in studio per la registrazione di un nuovo album.

Nell’ottobre 2001 ci fu l’esibizione al Concerto per New York City, e durante lo stesso anno ricevettero il Grammy Lifetime Achievement Award.

Prima dell’inizio del tour dell’estate del 2002, il bassista John Entwistle venne trovato morto nella sua stanza all’Hard Rock Hotel di Las Vegas, Nevada.

L’autopsia rivelò che benché non avesse subito un overdose, una modesta quantità di cocaina venne trovata nel suo organismo e questo contribuì al fatale attacco di cuore che Entwistle ebbe.

Questo fu in pratica il risultato di anni di uso regolare di cocaina, ipertensione, e gli anni passati a fumare sigarette.
Dopo un breve ritardo, il tour iniziò con Pino Palladino in sostituzione di John Entwistle. Molti concerti del tour vennero poi realizzati ufficialmente su CD per la Encore Series 2002.

Prima dell’inizio del tour vennero provati dei nuovi pezzi (Real Good Looking Boy e Certified Rose), come anche vecchi classici come I Can’t See for Miles, ma a causa della morte di Entwistle non vennero eseguiti.

Nel settembre 2002 il periodico Q Magazine inserì gli Who nella lista dei “50 gruppi da vedere prima di morire” (“50 Bands to See Before You Die”).

Nel 2004 gli Who registrarono due nuove canzoni (Old Red Wine e Real Good Looking Boy, con al basso Pino Palladino nella prima e Greg Lake nella seconda), che andarono a far parte della raccolta di singoli The Who: Then and Now.

Dopo la pubblicazione di questa raccolta, il gruppo fece una mini tournée mondiale di 18 date, toccando il Giappone, l’Australia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti.

Anche in questo caso i concerti vennero pubblicati su CD come parte delle Encore Series 2004.

Il gruppo fece anche da headliner al festival dell’isola di Wight, e il periodico Rolling Stone li inserì alla posizione 29 della lista dei 100 migliori gruppi di sempre (the 100 Greatest Artists of All Time).

Gli Who annunciarono quindi di voler pubblicare nella primavera del 2005 un nuovo album da studio, il primo da 23 anni a questa parte (album che ebbe il titolo provvisorio di “WHO2”).

Nel marzo del 2005, il sito web di Pete Townshend annunciò che la pubblicazione dell’album era stata rinviata a data da definirsi, e che i programmati tour in Inghilterra e Stati Uniti erano da considerarsi anch’essi annullati.

Le cause di questi rinvii furono in parte dovute alla lentezza nella registrazione del nuovo materiale, ed in parte al coinvolgimento di Zak Starkey nel tour degli Oasis.

Nel luglio del 2005 il gruppo si esibì al Live 8 dal palco di Londra, eseguendo Who Are You e Won’t Get Fooled Again, con alla batteria Steve White (batterista di Paul Weller e fratello maggiore dell’ex batterista degli Oasis Alan White) e al basso Damon Minchella (bassista negli Ocean Colour Scene) che sostituì Pino Palladino (in tour in sud America con Jeff Beck).

Roger Daltrey eseguì un pezzo commissionato per l’occasione, Highbury Highs, alla cerimonia di addio allo stadio di Highbury dopo l’ultima partita dell’Arsenal tenutasi in quello stadio contro il Wigan il 7 maggio 2006.

Il 3 ottobre 2006, tramite il portale iTunes vennero pubblicati due singoli prima della pubblicazione del nuovo album Endless Wire. I pezzi hanno il titolo di Tea & Theatre e It’s Not Enough. Endless Wire verrà pubblicato il 30 ottobre 2006, e sarà il primo album in studio del gruppo dopo It’s Hard del 1982.

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