mercoledì 31 dicembre 2014

9 Band per Raccontare il Rock'n'Roll...

Il dilemma è questo...
Come dovrebbe cominciare un articolo sul Rock and Roll
E a quali santi, oppure a quali diavoli ci si dovrebbe votare per scrivere di quel mondo senza correre il rischio di cadere nell’oblio dell’ovvietà? 


Volendo esagerare, ci si potrebbe domandare anche per quali band varrebbe la pena vivere oppure morire, poiché «Rock» molto spesso è sinonimo di gloria eterna ma anche di dannazione assoluta.





Chi se non i Beatles potrebbero «lucidare» l’inizio di un articolo di questo genere? 
Le loro canzoni, ad esser sinceri, più che rivoluzionare gli anni sessanta, hanno mantenuto il rigore formale stabilitosi ancor prima che il termine “Beatles” cominciasse a riecheggiare in ogni dove. 

Per non parlare del fatto che bisognerebbe “dirne bene per forza”, ergo… si giri la ruota.



I Beatles chiamano i Rolling Stones
Chi meglio di loro saprebbe introdurci nei meandri infiniti del rock ‘n roll? 
Ammesso che sia vero, bisognerebbe incensare Brian Jones e non Mick Jagger: è risaputo che i veri Stones sono quelli del periodo in cui suonava il compianto polistrumentista. 




Facendo questo però, si rischierebbe certamente l’incidente diplomatico; meglio evitare, magari sorvolando gli anni ’70 attraverso una rapida disamina, poiché di quel periodo è stato già scritto tutto. 




Ci si dovrebbe forse soffermare sul primo periodo dei Pink Floyd… 
Detto questo, è vero anche che cominciare un articolo celebrando Syd Barrett e soci risulterebbe probabilmente come l’inizio di un viaggio senza ritorno.

Rivolgere le attenzioni agli anni ’80 a questo punto, potrebbe diventare una logica conseguenza. 



Quel periodo ha regalato alla musica momenti importanti: chi se non gli U2 potrebbero accendere la curiosità del lettore? 

Dei quattro irlandesi, in verità, non se ne può più. 
L’ ultimo capolavoro risale al 1992 («Achtung Baby»); da allora la band ha inanellato una serie impressionante di dischi, per così dire, inutili. 

Paradossalmente rischia d’essere migliore la missione politico/umanitaria portata avanti da Bono in questi anni, il che è tutto dire.


Ma continuiamo il nostro giro Rock...




Altro giro altra corsa. 
Magari provando ad impostare il discorso rivolgendolo ad un pubblico più di nicchia:  
I The Cure potrebbero essere il viatico ideale. 

Il gruppo dark per eccellenza saprebbe certamente soddisfare vecchi e nuovi palati, cresciuti magari “A pane e New Wave”. 

Considerando la fine che Robert Smith e soci hanno fatto… verrebbe da pensare che il leader della band, non solo ha perso lo smalto di un tempo ma ha smarrito pure il rossetto!



E gli anni ’90? Gli unici che potrebbero reggere il peso dell’ouverture di un articolo sono i Nirvana: bravi, nessuno può sostenere il contrario e Cobain con la storia del suicidio fa sempre un certo effetto. Forse troppo.



Provando a chiudere il cerchio si potrebbe arrivare ai giorni nostri. 
Quale gruppo, nel 2011, riuscirebbe ad impreziosire “il cappello” di un articolo? 
Forse i Muse: Bellamy e soci, purtroppo...
Sono semplicemente una riedizione riveduta e corretta dei Queen



Il loro rock sinfonico attinge a piene mani dalla musica di Freddy Mercury e quando cercano di fare altro, come per incanto...



Si trasformano nei Radiohead, ovvero nella band che ha riscritto le coordinate musicali degli ultimi anni. 

Tom Yorke mette tutti d’accordo: è bravo ma è soprattutto abile commercialmente nel saper vendere un prodotto difficile come quello della sua Band. 

Prima però di decidere di affidargli le sorti “del pezzo”, bisognerebbe aver ascoltato “The Kings Of Limbs”! 
L’ultimo album sfiora i toni dell’imbarazzo: la cura dei dettagli non può essere sufficiente per nascondere la totale mancanza d’ispirazione.


A questo punto il dado è tratto, quel che resta del Rock vive tra le pieghe del tempo ma soprattutto tra le tante cose non dette.

Seguici su Facebook
Seguici su Twitter
Seguici su Google+
Seguici su Facebook Group
Seguici sul Fottuto_Blog

Nessun commento:

Posta un commento